Sto per iniziare un ritiro in solitaria
Sono le 5 del mattino e sto andando a prendere il treno per Albenga.
Lì passerò i prossimi 5 giorni da solo, senza fare nulla e in completo silenzio.
Con me ho uno zaino e una borsa frigo con tutto l’occorrente per sopravvivere, o comunque me lo farò bastare.
Ho anche il computer, che userò solo per scrivere.
Uno volta arrivato ad Albenga, prenderò un bus per arrivare in questa casetta di legno da cui si vede l’alba sul mare.

All’inizio avevo contattato diversi monasteri e centri di meditazione, per ritiri più lunghi e più impegnativi.
Ma trovare 10/11 giorni per staccare da tutto richiede maggior pianificazione, e rischiavo di rimandare ancora per tanto.
Quindi mi sono messo in lista d’attesa per ritiri futuri e ho organizzato questo ritiro fai da te.
La scelta del luogo non è stata semplice, le possibilità erano tante.
Il camper, una baita su Airbnb, un campeggio sperduto: ogni luogo aveva pro e contro.
Volevo essere sicuro al 100% di sentirmi a mio agio, di non avere troppi fattori esterni da dover tenere in conto (hello, ansia sociale).
E allora ho scelto uno dei pochi posti al mondo che considero casa, in mezzo alla natura e al silenzio.
Mi sono fatto un programma, unendo quello di un classico ritiro di meditazione con la scrittura.
Domani sveglia alle 4.30 (o 5, non ho ancora deciso), e si parte con la meditazione.
Alternerò meditazioni da seduto e camminate, poi sessioni di scrittura e pasti leggeri.
E sostanzialmente basta.
Ora che ci siamo, un po’ mi spaventa l’idea di avere tutto questo tempo di assoluto nulla.
Anzi, mi sembra quasi una fesseria allontanarmi dalla mia famiglia per non fare niente: sento già fortissimo la mancanza.
Ma ormai sono qui, e ovviamente la curiosità di vedere cosa succede quando togli tutto quello che c’è intorno è tanta.
Mi sento elettrizzato come succede spesso quando sono in partenza per un viaggio in un posto lontanissimo, in cui non sono mai stato e di cui non so bene cosa mi aspetterà.
E invece sto andando in un posto che conosco bene spendendo 20 euro di treno, ma che figata è?
Alla fine è sempre il viaggio che ritorna, sotto una forma diversa, con una presa di coscienza diversa.
La prossima volta sarà un cammino dietro casa, un campeggio in una regione qui vicina, una passeggiata in una capitale europea o dei noodle mangiati dall’altra parte del mondo per strada.
Per me la vera libertà sta nel vivere con la stessa eccitazione qualunque tipo di esperienza, dalla più costosa ed esotica a quella più minimale, persino il sedersi e non fare nulla.
Che poi è la parte più difficile, vediamo come va a finire.