Perché mi sono fatto un blog a mano

Pochissimi sanno che non avevo nessuna intenzione di aprire un canale Youtube.

All’inizio volevo semplicemente aprire un blog.

Non avevo mai fatto altri progetti di divulgazione di nessun tipo, me ne ero sempre stato tranquillo per i fatti miei.

E, quando ho sentito la spinta per iniziare a parlare con il mondo esterno, la forma che mi attreava di più era quella della scrittura, per quanto i blog fossero già fuori di moda (non era il periodo in cui si facevano i soldi con i blog).

Fatto sta che spesi un mesetto nel crearmi un blog a mano, con Next.js e React, spendendo tantissimo tempo sui colori, font e interazioni con gli elementi.

foto blog

Una esperienza bellissima, che però andò avanti giusto un paio di articoli (il tema era freelancing/dev, niente di nuovo).

Capii in fretta che scrivere di cose tecniche non mi interessava granché, da lì provai la strada video e da lì il canale.

Salto in avanti di qualche anno, la scrittura è tornata sotto forma di una newsletter.

Inizialmente era una sorta di updates per la community del canale, poi piano piano si è trasformata in lettere personali su riflessioni e problemi (un po’ come il canale).

L’altro giorno stavo rifacendo il look al mio sito e nel dare una UI alla registrazione alla newsletter mi sono accorto che non avevo nessun posto dove raccolgo le newsletter.

Ora, ad oggi se penso newsletter + blog c’è solo un nome che mi viene in mente: Substack!

Una piattaforma che ho visto decollare in questi anni, sfruttando la pesantezza di Medium e la nuova onda delle newsletter.

Tutto già pronto, hai il sito, hai la newsletter e in meno di un click puoi anche aggiungere la newsletter premium, così chi vuole può pagare per delle email più preziose.

Ci ho pensato, non alla newsletter premium ma ad usare substack, in fondo è fatto bene e lo usa praticamente chiunque.

Ma questo mi ha fatto riflettere: per quale motivo scrivo questa newsletter?

Lo faccio per esprimermi, per condividere quello che imparo, elaborarlo meglio.

E perché raccogliere queste email? Per non perderle, sono un altro racconto del mio viaggio che un giorno vorrei poter rileggere, far rileggere.

E come posso pensare di affidarle ad una startup di San Francisco, per quanto bella e fatta bene?

E poi parte del mio modo di esprimermi è creare dei vestiti per i contenuti digitali, non mi va proprio di avere un sito come gli altri, col pop-up di inserimento email che sbuca sul più bello.

Ecco che quindi ho passato le ultime 2 settimane a crearmi un blog, lettere nomadi

francobollo

Poca AI (il giusto), un semplice template minimale di Astro da cui ho martellato via e aggiunto pixel vari.

Non è chissà cosa, anzi è molto semplice, ma rappresenta al 100% quello che sono e che ci voglio mettere dentro.

Di fatto queste newsletter, ma anche altri appunti di viaggio che voglio raccogliere in questa scatola.

E farlo è stato una goduria: provare abbinamenti di font e colore, testare layout diversi, il tema della lettera, quel francobollo del Vietnam trovato per caso ma che da subito mi è sembrato il tocco perfetto.

Poco efficiente, per nulla ottimizzato, non scalabile. Ma mio.