Sono stato ad un ritiro per famiglie ed è stato strano.
Sono stato per una settimana sul Lago Trasimeno, in centro Italia, per un raduno di famiglie in homeschooling.
Centinaia di persone, soprattuttto bambini e ragazzi, in un campeggio: una meraviglia per la mia asocialità.
Mi sono trovato in mezzo a persone lontanissime dalla mia bolla, ed ho assistito alla più grande lezione della mia vita su come si crea e si vende qualcosa.
Un passo indietro: che cos’è l’homeschooling?
In breve significa non mandare i figli a scuola, provvedere alla loro educazione (direttamente i genitori o con educatori privati) e alla fine di ogni anno fare un esame di idoneità.
All’estero lo abbiamo visto fare in molte declinazioni (worlschooling viaggiando, unschooling senza struttura, scuole parentali…).
Non entro troppo nei dettagli privati miei, ma con tempo, impegno e viaggiando è una gran figata.
Troviamo questa community italiana enorme (forse l’unica) che organizza, oltre a eventi online, lezioni da remoto e altro, tra cui questo evento annuale in campeggio.
Un invito a nozze per il mio camper.
Siamo andati un po’ di giorni prima, per approfittarne e stare qualche giorno in più rispetto all’evento.
La cosa divertente è che abbiamo iniziato a sentire persone dire “stanno per arrivare quelle famiglie lì, che fanno scuola a casa, per questo è tutto prenotato e non possiamo restare!”.
Ovviamente noi facevamo finta di niente, sentivo un leggerissimo senso di giudizio nel tono di voce.
Non chiedermi perché, ma avevo la sensazione stesse per succedere un ritrovo clandestino o qualcosa del genere.
Di fatto arrivano sempre più famiglie, iniziamo a conoscerci e piano piano il campeggio si riempie di homeschoolerssss.
Il mio obiettivo in realtà era uno solo: parlare con bambini e ragazzi più adulti per capire quanto un’educazione alternativa fosse poi efficace nella crescita di una persona.
Vi spoilero subito che hanno confermato quanto già visto viaggiando, ovvero i bambini se lasciati liberi di esprimersi e hanno la presenza e il rispetto dei propri genitori sono dei vulcani di entusiasmo.
Con i genitori ho avuto vibrazioni diverse: molti lo fanno più per uscire dal sistema scolastico, e più di una volta sono stato intrappolato in discorsi complottisti.
Ma non stiamo troppo a giudicare, che forse non sono l’esempio migliore di normalità, e passiamo all’evento vero e proprio.
In generale bellissimo per i ragazzi e bambini, meno per me ma il lago era figo quindi ok.
L’evento però è solo la punta dell’iceberg di questa community, i raduni sono tantissimi, c’è una piattaforma online e addirittura forniscono lezioni online a supporto dei genitori.
Quindi diversi prodotti, con prezzi in crescendo, che coprono tante età e necessità.
Noi siamo il target perfetto: siamo agli inizi, abbiamo tante domande e soprattutto paure, e ci sentiamo soli.
Il loro marketing parla di questo: ti guidiamo noi, ti forniamo tutte le risposte, entra in una community di altre famiglie.
Game, set, match: il prodotto perfetto.
Non avevo mai visto una nicchia colpita così alla perfezione, soprattutto trovandomi dalla parte del cliente.
Ho avuto la sensazione di qualcuno che conosce alla perfezione il problema, lo risolve con efficacia e sa benissimo come farlo capire ai propri possibili clienti.
Una sorta di marketing naturale, semmai esistesse questo termine.
Abituato a funnel, mail continue di “mancano 3 ore poi scade l’offertaaaa”, video corsi definitivi, raramente credo che un prodotto o servizio mantenga le promesse che fa.
Alla fine non seguiremo le loro lezioni online, ma probabilmente parteciperemo ad altri eventi, purtroppo mio figlio è più socievole di me.
Non è un caso se proprio oggi ho prenotato il mio ritiro in solitaria.