Un viaggio che sognavo di fare da tempo: un ritiro in silenzio

Sto iniziando a progettare i prossimi viaggi e tra i tanti ce n’è uno che mi entusiasma particolarmente, è una vita che sognavo di farlo.

Una settimana intera, da solo, nella natura, in silenzio.

Nessun computer, nessuno smartphone (solo per emergenze e dare segni di vita), senza lavorare, senza libri da leggere.

È molto probabile tu stia pensando: madonna che pa**e.

Lo capisco, io non ho mai detto di essere normale.

L’idea mi è nata insieme alla voglia di diventare nomade, freelance e libero, quando lessi Sulla strada giusta di Francesco Grandis.

Nel suo libro, oltre a farmi scoprire che da programmatore avrei potuto lavorare viaggiando, racconta di un’esperienza in un monastero Buddhista in un ritiro di completo silenzio.

Giornate fatte di meditazione, passeggiate e… beh non mi ricordo cos’altro, l’ho letto tanto tempo fa :)

Ma quanto cambia la nostra vita se togliamo dall’equazione computer e smartphone?

Se non abbiamo più chat a cui rispondere?

Se non ci sono feed da refreshare per sapere cosa succede?

Se non abbiamo un AI a cui fare domande assurde? (questa è nuova ma c’è)

Ma oltre al digital detox, cosa succede quando non abbiamo assolutamente niente da fare?

Neanche un libro da leggere, vecchi articoli salvati da recuperare, quel side project che volevamo tanto fare.

E nessuno con cui chiacchierare, con cui discutere di piccoli e grandi sogni, nessuno con cui far passare il tempo.

Solo a pensarci mi sembra di vedere giornate infinite, ma non siamo sempre lì a dire che le giornate sono brevi per fare tutto?

Voglio vivere questa esperienza un po’ estrema proprio per assaporare la lentezza del tempo, e portarmela poi dietro in tutte quelle giornate che sembrano andare ai mille all’ora.

Ci dovranno essere natura in cui passeggiare, nessuna persona con cui dover parlare e dei fogli bianchi per scrivere.

Sono molto curioso di vedere cosa succede.