Oltre il freelance: quando la libertà non è mai abbastanza
Sono settimane un po’ silenziose queste, anzi questa è in assoluto una rarissima settimana in cui non faccio video o live.
Ho deciso di fermarmi a riflettere su molte cose, partendo dai lavori freelance, ai progetti personali che seguo fino al mio progetto principale: youtube e la community.
Ma come arriva questa crisi professionale in un periodo in cui sto vivendo in un posto meraviglioso (la Sardegna è veramente spettacolare!) e tutto sommato sono soddisfatto delle cose che faccio?
Quando ero dipendente credevo che una volta freelance sarei “arrivato”.
Il fatto però è che essere freelance è solo uno strumento per raggiungere qualcos’altro, che semplificando gira intorno al concetto di libertà.
Per alcune persone è un concetto relativo, e trovano sacrosanto rinunciare ad un pezzo di libertà in cambio di una vita serena e stabile.
Per altre persone come me ogni centimetro di spazio ceduto ad un compromesso pesa come un macigno.
Quindi ecco che essere freelance pone il limite di lavorare a progetti di altre persone, per quanto in completa autonomia e tecnicamente interessanti.
E quello che prima sembrava un sogno, diventa un nuovo punto di partenza per puntare più in là.
Mi sento un po’ una me**a a scrivere queste cose in un momento in cui il mercato del lavoro prende a pugni in faccia un sacco di persone, anche dev.
E non nascondo che so benissimo che in un futuro non impossibile, tra guerre, crisi finanziarie e AI, anche io faccia dei bei passi indietro ad elemosinare un lavoro, anche da dipendente, anche in presenza.
Ma in questi anni di esplorazione interiore ed esteriore i grandi passi che ho fatto li ho fatti sempre sognando un po’ più in là.
Dall’ufficio sognavo che avrei lavorato in riva al mare.
Dallo standup del mattino, sognavo di lavorare quando mi era più comodo.
E ora, dal mio ufficio dentro un camper, voglio sognare ancora un po’ più in là.
E se posso darti un consiglio, qualunque sia il tuo più in là non rinunciarci.